Dimanche, 27 Novembre
41 bis: quando lo stato d’eccezione diventa norma
Short url:
Incontro pubblico:
41 bis: quando lo stato d’eccezione diventa norma
Solidali con Alfredo, Juan, Ivan e Anna in sciopero della fame!
Promuovono l’incontro: Panetteria Occupata, Archivio Primo Moroni, OLGa
interverranno, fra gli altri,
Giuseppe Pelazza
Margherita Pelazza
Flavio Rossi Albertini
Frank Cimini
Napoli Monitor
Lo sciopero della fame a oltranza di Alfredo Cospito ha riportato alla ribalta
il regime detentivo previsto dall’art. 41 bis ovvero la più drastica e
afflittiva condizione di isolamento e deprivazione sensoriale disposta per una
persona reclusa. Un regime di tortura, democraticamente legiferato e altrettanto
democraticamente applicato, inteso a cancellare l’identità del prigioniero al
fine di indurlo a collaborare.
Se descriviamo e discutiamo delle modalità d’applicazione del 41 bis, è per
unire le forze in una chiamata a raccolta atta a contrastare la supina
accettazione di uno stato d’eccezione che, inesorabilmente, diviene la norma con
cui regolare le contraddizioni sociali.
Il nostro ragionamento sul 41 bis va collegato all’individuazione dell’uso
dell’apparato giuridico e carcerario per contenere e reprimere, ancor meglio se
d’anticipo, la ribellione e la voglia di cambiare.
Escogitare sempre nuove occasioni per applicare gravi capi d’imputazione,
aggiornare le tecniche di controllo sociale, ispessire la “blindatura” dello
Stato, tutto ciò e altro ancora serve a legittimare come “normale” uno “stato di
emergenza” che in Italia dura ormai da oltre quarant’anni e che, in questi
nostri tempi di profonda crisi e guerra, non è certo destinato a dissolversi da
sé. Al contrario, oggi risulta sempre più drammaticamente vero quanto fu scritto
all’inizio del 1980: «Permettere che lo Stato si insinui nel nostro “sistema di
valori” antagonista, questo sì rappresenterebbe l’inizio della fine».