torek, 26 Marec
Il reddito di base nell'era digitale - Libertà, Solidarietà, Condivisione.
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L’era digitale apre enormi possibilità di sperimentazione di nuovi strumenti di wellfare che pongano il benessere delle persone e la loro possibilità di autodeterminazione come elementi prioritari all’interno di una società.
Il reddito di base sembra essere la proposta maggiormente convincente sotto questo punto di vista per riuscire a attivare una vera e propria redistribuzione della ricchezza che il capitalismo digitale accumula.
Nonostante ciò l’attuale reddito di cittadinanza del governo giallo/verde non sembra andare in questa direzione e sembra prendere sempre più la forma di uno strumento di controllo sociale.
C’è invece un vasto movimento di soggetti esclusi dal lavoro, di studiosi dei processi di welfare, di ricercatori sociali che studiano gli effetti delle trasformazioni digitali, che si oppone a questo tipo di misure e fa una proposta di reddito radicalmente differente e tale da garantire la non discriminazione nella sua erogazione e l’autodeterminazione di chi lo percepisce.
Le motivazioni, le opportunità di attuazione, le implicazioni politiche, le prospettive del “reddito di base”, così come si sono determinate in un lungo percorso di ricerca e di sperimentazione, sono descritte nel recente volume di Giuseppe Allegri “Il reddito di base nell’era digitale”, che costituisce un punto di riferimento per studiosi e militanti sociali quanto mai utile e attuale.
Partendo da questi contributi vogliamo tentare di analizzare l’attuale “reddito di cittadinanza” del governo per comprendere se può essere considerato come uno strumento di libertà e di autodeterminazione o se piuttosto si tratta un “reddito di sudditanza”
Ne parliamo con:
Giuseppe Allegri – Rete BIN
Roberto Ciccarelli – Il Manifesto
Alessandro Montebugnoli – CRS