Presentazione de "La morte, la fanciulla e l'orco rosso: Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana". Con il collettivo Nicoletta Bourbaki

Giovedì, 12 Gennaio

Presentazione de "La morte, la fanciulla e l'orco rosso: Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana". Con il collettivo Nicoletta Bourbaki

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GIOVEDÌ 12 GENNAIO
Centro Sociale Bruno  –  Lungadige San Nicolò 4 (Trento)
Presentazione de: “La morte, la fanciulla e l’orco rosso: Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana”.
Con il collettivo Nicoletta Bourbaki

Apertura alle 19.30 con aperitivo e cicchetti
Inizio presentazione ore 20.30

Un’occasione per parlare di resistenza, resa dei conti e revisionismo.
Acquista il libro, sostieni gli autori!
«Nicoletta Bourbaki […] offre una lezione su come la ricerca d’archivio; il confronto critico delle fonti; la collocazione contestuale dei fatti raccontati e la loro resa di complessità rappresentino strumenti indispensabili di difesa e rispetto della propria intelligenza e indipendenza di giudizio»
Davide Conti. Il Manifesto 21 novembre 2022.
Questo libro affronta il tema dei crimini partigiani, o meglio, delle narrazioni su presunti «crimini partigiani» il cui scopo è denigrare la lotta al nazifascismo. Lo fa concentrandosi sul “caso” Giuseppina Ghersi, adolescente uccisa a Savona nell’aprile 1945.
Per decenni trascurata dagli stessi neofascisti, nel nuovo secolo la morte di Giuseppina è diventata un leitmotiv della destra ligure, col tempo arricchendosi di dettagli sempre più macabri. La storia era ormai splatter quando nel 2017 i media nazionali l’hanno ripresa e diffusa senza alcuna verifica.
Per stabilire la verità storica Nicoletta Bourbaki ha avviato un lungo lavoro di ricerca negli archivi, sopralluoghi, raffronto di documenti e testimonianze.
Va detto subito: la storia della «bambina vittima dei partigiani-mostri» è falsa in quasi ogni suo elemento, a cominciare dal mai esistito «tema dedicato al duce», che da solo avrebbe scatenato l’odio dei «rossi».
Testimonianze diverse, anche inaspettate, indicano in Giuseppina una nota e per certi versi dichiarata spia fascista, intenta a minacciare cittadini, protetta da marò e brigate nere. Anche i suoi genitori erano disprezzati, perché compromessi col regime, per gli exploit della figlia e perché ostentavano privilegi.
Sul caso Ghersi, spiega il libro, non pesò alcuna «congiura del silenzio». Vi furono inchieste e processi, nei cui atti i dettagli horror cari ai fascisti non trovano riscontro, come non lo trova l’accusa più infamante, quella di stupro.
Indagando, Nicoletta si è imbattuta in un altro «crimine partigiano», anch’esso ambientato in Liguria: l’«eccidio di Monte Manfrei».
Due casi intriganti perché emblematici. Smontandoli, vediamo come funziona la macchina delle storie antipartigiane, e come nell’attuale infosfera tali storie diventino virali.
Nicoletta Bourbaki è un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete, sulle false notizie a tema storico e sulla riabilitazione dei fascismi in tutte le sue varianti e manifestazioni. Il gruppo si è formato nel 2012 sul blog Giap e ha al suo attivo molte inchieste e diverse pubblicazioni. Lo pseudonimo collettivo «Nicoletta Bourbaki» è un détournement transfemminista di «Nicolas Bourbaki», maschilissimo gruppo di matematici francesi attivo dagli anni Trenta agli anni Ottanta del XX secolo.

Data e Orario: 

Giovedì, 12 Gennaio, 2023 - da 19:00 a 23:00
Centro Sociale Bruno
Via Lungadige San Nicolò, 4
Italia

Squat: 

Presently squatted

L’esperienza del Centro sociale Bruno compie 10 anni.

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